La scuola di oggi.

30-05-2022

Oggi, i nostri ragazzi passano molto tempo sui social.

Anche io, per lavoro e curiosità, mi sono preso un po’ di tempo per il social Linkedin e ho trovato questo articolo, che mi permetto di condividere con voi.

 

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Lascio a voi il tempo di meditare.

 

G. Pinzan

V° A

Giornata Internazionale per l’Eliminazione della Violenza contro le Donne del 25 novembre 2021.

I genitori eletti Rappresentanti del Consiglio di Istituto del Liceo Scientifico Statale “Piero Bottoni” si aggiungono agli studenti, al Collegio Docenti e alla Dirigente Scolastica in occasione della Giornata Internazionale per l’Eliminazione della Violenza contro le Donne del 25 novembre 2021; questa giornata ha visto i nostri figli impegnati a scuola in una serie di iniziative con le quali intendevano ribadire il proprio sostegno ad ogni forma pacifica di testimonianza volta a mettere al centro del dibattito pubblico gli stereotipi e la violenza di genere.

Il comunicato del Comitato Studentesco divulgato attraverso l’interfono della scuola recitava:

“Cosa significa far violenza sulla donna? Non darle il giusto valore: questa è la prima e fortissima forma di violenza contro qualsiasi essere umano.”

Siamo concordi con quanto contenuto nel comunicato, perché riteniamo che la scuola abbia come sua propria finalità la formazione della cittadinanza attiva e consapevole e che sia nostro compito, come genitori, stimolare il confronto tra i ragazzi anziché punire e stigmatizzare le loro legittime posizioni.

Non è sufficiente fare grandi proclami, ma è necessario rimettere al centro le capacità di una Scuola che agisce sul cambiamento, democraticamente ed inclusivamente, in cui tutti possono sentirsi al sicuro e protetti, in cui si insegna che le cose si possono migliorare, se riusciamo ad immaginarle essendo anche noi genitori parte attiva del processo di cambiamento.

Ci auguriamo che la scuola resti il primo luogo di democrazia e di inclusività, in cui il dibattito sia aperto a tutti i punti di vista, che non devono essere preliminarmente e arbitrariamente ritenuti sconvenienti o indecenti.

Intendiamo pertanto ribadire il nostro sostegno ai ragazzi per l’iniziativa, alla Dirigente Scolastica che ha dimostrato impegno quotidiano e assiduo verso i nostri figli affinché la scuola riprenda a valorizzare l’impegno e la partecipazione degli studenti in ogni ambito della vita scolastica.

 

Milano, 01/12/2021

Insieme ce la faremo

Cari genitori/tutori degli alunni del Liceo Bottoni,

 

i partecipanti alla Commissione Salute si sono riuniti il giorno 28 settembre con la Dirigente dott.ssa Mezzatesta, per fare il punto della situazione dopo circa due settimane dall’inizio delle lezioni, in seguito al lock down che abbiamo vissuto da marzo di quest’anno.

Con tutte le problematiche che conosciamo quando si riprende l’attività didattica, per mancanza di docenti, di personale, ecc. si è aggiunta anche la gestione della convivenza dei ragazzi a scuola con la necessità di evitare il diffondersi del virus Covid-19.

A questo proposito ricordiamo che è stato istituito un Protocollo Anti Covid (PAC) che la scuola ha pubblicato sul registro elettronico e sul sito della scuola, che vi invitiamo a leggere e rispettare.

Il rispetto di tali semplici regole permetterà ai nostri ragazzi di poter frequentare il maggior tempo possibile a scuola, invece che a casa e doversi accontentare della Didattica a distanza (Dad). Sappiamo benissimo che le lezioni seguite direttamente in classe hanno più efficacia di quelle seguite su un monitor di computer o sullo schermo di un tablet.

La Commissione Salute raccomanda di attenersi alle indicazioni del protocollo, in caso di sospetto contagio: rimanere a casa in isolamento, in via precauzionale; consultare il proprio pediatra o il medico di famiglia e seguire le indicazioni fornite dallo stesso; avvisare esclusivamente la Dirigente dell’assenza. In caso di successivo accertamento della positività del soggetto comunicare alla Dirigente la situazione, la quale applicherà le indicazioni ricevute alla ATS competente.

La positività del ragazzo o di un famigliare non è e non sarà mai discriminante!!!

Proteggiamo noi stessi e chi ci sta vicino da questi falsi pregiudizi.

Dall’inizio dell’anno abbiamo ricevuto conferma di casi positivi tra gli studenti e i loro famigliari, alcuni dei quali non avendo rispettato il protocollo, hanno costretto classi complete a rimanere a casa in quarantena preventiva per 14 giorni.

La gestione di questa particolare situazione sociale nazionale dipende anche da noi, dal nostro comportamento; collaboriamo con le istituzioni, rispettiamo e facciamo rispettare il protocollo.

TUTTI insieme ce la possiamo fare.

Durante l’incontro con la Dirigente ci è stato comunicato che sono in previsione due incontri, uno per i docenti ed una per i ragazzi, con il Prof. Massimo Galli, Direttore e Responsabile Malattie Infettive presso ASST Fatebenefratelli e Sacco, per portare maggiore informazione su come trattare questa pandemia. Anche la Commissione Salute vorrebbe proporre al Prof. Galli o un componente del suo staff un incontro con le famiglie per tale scopo.

Inoltre si è sottolineato anche l’importanza dello Sportello Psicologico per il supporto ai ragazzi nel rientro a scuola dopo il lock down e nella gestione di questa nuova situazione di convivenza scolastica con distanziamento sociale e rispetto delle direttive per la sanificazione personale e degli ambienti.

 

Ricordiamo che prima di uscire di casa va provata la febbre ai ragazzi, se hanno un malessere generale, raffreddore, mal di testa o dolori intestinali consultiamo il pediatra o il medico di famiglia.

 

Insieme ce la faremo.

Lettera da una professoressa

La scuola e’ appena cominciata ed io vorrei che non succedesse mai più quello che è capitato a me il primo anno in cui sono arrivata in una scuola, ormai 30 e più anni fa…
Una mia collega, entrando in sala insegnanti dopo la prima lezione in classe, ha pronunciato una frase significativa: «Scommettete! Io so già chi sarà bocciato alla fine dell’anno!».
E di bocciature annunciate ne potremmo raccontare tante, perché come diceva questa insegnante, chi non è “attrezzato”, chi non ha gli strumenti o come vengono chiamati “i prerequisiti per…”, chi non ce la fa ad un certo punto a reggere il carico di un apprendimento senza aiuto e senza soste, è bollato e la parola “bocciato” rende bene l’idea anche se con molta più ipocrisia oggi l’abbiamo sostituita con “non ammesso alla classe successiva”.

Non bisogna essere dei grandi indovini. Se le richieste che facciamo, le metodologie che usiamo sono sempre le stesse, la previsione può essere semplice.
Atteggiamento ben diverso è se accettiamo la sfida di riuscire a modificare un percorso che sembra già segnato e prestabilito. Se prendiamo sul serio l’insuccesso scolastico, ma non come prova che un ragazzo non è adatto alla scuola, non per svalutarlo, ma per capire come mai il suo processo di apprendimento si è bloccato. Parafrasando Bencivenga, la bravura di un insegnante non si misura sui ragazzi che sono già bravi in partenza, ma sulla capacità di aiutare chi è in difficoltà e di risollevarlo da un destino che altri credono già segnato.

Dicendo a un ragazzo che gli mancano le capacità, lo si priva della fiducia in se stesso e davvero lo si condanna all’insuccesso. I ragazzi possono entrare in una classe dove già tutto è predisposto dai programmi e da come i professori o i maestri intendono svolgerlo. Si presentano a noi con la loro intelligenza che può essere adatta o no ad apprendere il programma, a essere disciplinata. Tutto il resto passa sotto i nostri occhi come ci fosse estraneo e non ci riguardasse. Non ci sentiamo chiamati in causa perché il nostro compito è insegnar loro la matematica, la grammatica. I loro problemi non rientrano nei nostri compiti.
Se, invece, siamo curiosi di conoscerlo per aiutarlo ad uscire da quelle difficoltà in cui si sente intrappolato, se avremo quella curiosità che sempre Bencivenga definisce appassionata con cui si portano in luce i segreti di una persona cara; non quella sterile con cui ci si appropria di un inutile dato statistico, se parleremo con lui per capire cosa gli sta capitando, se dimostriamo interesse sincero per lui così com’è, forse può iniziare un cammino.

Ci sono due scuole davanti a noi:
1. Una scuola dove il problema, la difficoltà del ragazzo diventano un momento di ricerca per trovare soluzioni e strategie, quella in cui i programmi si plasmano sugli alunni
2. Un’altra scuola in cui la difficoltà è stigmatizzata da un voto negativo o da una sanzione, quella in cui sono gli alunni che devono plasmarsi sui programmi

Quale scuola vogliamo?

Ebano, seta e frontiere scomparse

Continuano al Liceo Bottoni gli incontri organizzati in collaborazione con il Municipio 8 e con il Touring Club Italiano per il ciclo “Ebano, seta e frontiere scomparse”.

Si tratta di una serie di racconti di viaggio proposti da alcuni giornalisti del TCI alla scoperta di regioni affascinanti d’oriente, che vedono la fattiva collaborazione anche degli studenti del Liceo.

Il primo incontro si è tenuto il 28 febbraio condotto da Stefano Brambilla, giornalista del Touring Club Italiano, che ci ha raccontato il suo diario di viaggio in Asia e Africa, sul tema: 10 Paesi da vedere una volta nella vita.

Ecco l’elenco completo dei prossimi incontri

Giovedì 14 marzo 2019 – Ore 18
Tino Mantarro, giornalista del Touring Club Italiano
Antiche città sulla via della Seta, nostalgie sovietiche e petrolio: storie dall’Asia centrale
Giovedì 28 marzo 2019 – Ore 18
Ken Anzai (fotografo): Sorge immprovviso il sole in Oriente
Stefania Clerici (Associazione Italiana Ex Libris): Porte di luna e storie di carta: cartoline d’arte dalla Cina
Ornella Castiglione (docente di arti visive): L’arte dei Mandala: la perfetta forma circolare
Artisti di classe: Ex libris e mandala di studenti delle classi IA, IIA, IIIA
Giovedì 11 aprile 2019 – Ore 18
Mario Molteni (a.d. di E4Impact Foundation)
L’Africa: il continente giovaneL’ingresso è libero ed aperto a tutti

Mauro Meda

Il Comitato Genitori esprime le proprie condoglianze alla famiglia del prof. Mauro Meda

Il liceo Bottoni ti ricorda con immenso affetto e stima;
non scorderemo mai il rigore nel tuo lavoro,
il fascino che sapevi esercitare sui ragazzi,
la sensibilità e la tenerezza verso di loro,
lo sguardo sempre lucido sulle cose del mondo

Saluteremo Mauro lunedì alle 11 alla chiesa della SS Trinità in via Giusti.

LA DISPRASSIA IN ETÀ EVOLUTIVA

Riceviamo e pubblichiamo volentieri questa interessante iniziativa promossa dal blog Incontri Spaziali con la collaborazione dell’Associazione Spazialmente APS e dell’Associazione Disprassia dell’Età Evolutiva.

L’incontro è rivolto ai genitori, insegnanti e agli operatori, è gratuito previa iscrizione.

Di seguito trovate il volantino con tutti i dettagli dell’iniziativa.

 

Evento sulla disprassia in eta’ evolutiva: 12 ottobre 2016

 

Cos’è la disprassia

La Disprassia è un problema dell’organizzazione del movimento che può anche influenzare il modo di apprendere di un bambino a scuola.

È più comune nei ragazzi piuttosto che nelle ragazze e può comportare goffaggine, problemi nell’organizzare il lavoro e nel seguire delle istruzioni. L’aspetto caratterizzante della disprassia è la non corretta esecuzione di una sequenza motoria che risulta alterata nei requisiti spaziali e temporali e spesso associata a movimenti non richiesti (paraprassie) con la conseguenza che l’attività motoria anche se eseguita con rapidità ed in modo apparentemente abile, può essere del tutto inefficace e scorretta nonostante siano integre le funzioni volitive, la forza muscolare, la coordinazione e la disposizione a collaborare. La disprassia può essere associata spesso a problemi di linguaggio, di percezione e di elaborazione del pensiero. Il linguaggio può essere semplificato nella struttura sintattico-grammaticale ed alterato negli aspetti articolatori, la percezione inadeguata nell’integrare le informazioni periferiche e nel correlarle all’azione, il pensiero scarsamente organizzato nei vari contenuti. Il bambino disprassico utilizza le funzioni che ha acquisito in modo stereotipato, con strategie povere e ridotte alternative. Tramite la pratica continuativa può acquisire funzioni e svolgere senza grosse difficoltà le attività della vita quotidiana. La povertà di strategie e le ridotte abilità di generalizzazione rendono tuttavia difficoltosa l’acquisizione di nuovi compiti e il trasferimento di soluzioni strategiche già acquisite.

Nel bambino disprassico si riscontra una ridotta capacità di rappresentazione dell’oggetto su cui agire, dell’intera azione e delle sequenze che la compongono. Difficoltà di pianificazione, ad avviare i programmi, a prevedere il risultato, a controllare le sequenze e l’intera attività, a verificare e eventualmente correggere il piano d’azione.

Il soggetto disprassico ha difficoltà a:

  • fare i lacci alle scarpe
  • abbottonarsi
  • scrivere
  • disegnare
  • copiare, scrivere
  • assemblare puzzle
  • costruire modelli
  • giochi di pazienza
  • giochi di costruzione
  • giocare a palla
  • lanciare ed afferrare una palla
  • fare attività sportive
  • comprendere percorsi
  • nel linguaggio: articolazione di parole, fonemi

All’osservazione può presentare:

  • goffaggine: caratterizzata ma movimenti impacciati, alterati nelle sequenze temporali, maldestri e poco o affatto efficaci;
  • posture inadeguate, dipendenti da scarsa consapevolezza del proprio corpo, le quali interferiscono sia sul mantenimento di un buon equilibrio sia sulla coordinazione del movimento;
  • confusione della lateralità con difficoltà ad orientarsi nello spazio e di trovare il proprio posto in una situazione nuova;
  • problemi di consapevolezza del tempo con difficoltà nel rispettare gli orari e nel ricordare i compiti nella giornata;
  • ipersensibilità al contatto fisico e problemi a portare vestiti in modo confortevole;
  • problemi nell’eseguire attività fisiche come correre, prendere ed usare attrezzi, tenere la penna e scrivere;
  • ridotto sviluppo delle capacità di organizzazione, con conseguenti evidenti difficoltà nell’eseguire attività che richiedono sequenze precise;
  • facile stancabilità;
  • scarsissima consapevolezza dei pericoli;
  • comportamenti fobici, compulsivi ed immaturi.

 

Dal sito: www.disprassia.org

IL VALORE DEI SOLDI

Il valore dei soldi: L’iniziativa con Banca Etica che ha coinvolto lo scorso anno le classi terze del liceo Bottoni. Resoconto delle attività svolte.

a cura di Mauro Mussin

 

Nell’ a.s. 2015/2016 si è svolto un progetto formativo rivolto alle classi terze del L.S. “Piero Bottoni” con lo scopo di aumentare la conoscenza riguardo i temi della finanza.

Grazie al Comitato Genitori, il Gruppo di Iniziativa Territoriale (GIT) di Banca Etica ha effettuato quattro incontri con cadenza mensile, da febbraio a maggio.

Il percorso era stato progettato in modo da dare la possibilità ai ragazzi di fare un’esperienza personale e consentire loro di porsi in modo critico nei confronti della finanza e del modo in cui le informazioni sull’economia (in particolare quella macro) vengono trasmesse dai media.

Il “fil rouge” del progetto è stato il questionario, che è stato – sorprendentemente – compilato con molta cura soprattutto nelle prime due fasi (prima degli incontri, durante gli incontri) mentre è stato meno rilevante il feedback (dopo gli incontri), probabilmente complice anche la chiusura dell’anno scolastico e il prevalere delle preoccupazioni connesse.

Di seguito un’analisi dei singoli incontri.

  1. Il gioco delle banche.

    Le classi sono state suddivise in gruppi. Due di questi hanno svolto il ruolo delle famiglie, entrando in competizione tra loro e uno solo ha svolto il ruolo delle banche, rimanendo separato fisicamente dagli altri due gruppi. L ’impressione generale è stata quella di un buon coinvolgimento: i ragazzi hanno capito il senso del gioco e anzi qualcuno ha giocato con una strategia “opposta” a quella desiderata, il che è stato utile per stigmatizzare alcuni comportamenti “speculativi”.

  2. media ed economia.

    Sono stati proiettati video che riguardavano tre temi di attualità. La crisi del 2008, il caso della Grecia, il caso Banca d’Etruria. Il primo video è stato volutamente proiettato in inglese con sottotitoli in inglese. Quasi tutti sono riusciti a seguire senza troppe difficoltà, cosa che non era scontata: alla fine della proiezione, si è testato il livello di comprensione, stimolando anche alcuni ragazzi a spiegare ai compagni alcuni passaggi. Si è quindi incentrata l’attenzione sul meccanismo alla base della crisi, ovvero come la diffusione del rischio non noto dei “mutui subprime” connessi con la facilità di ottenere credito abbia inquinato tutto il mondo bancario.

    L’esperimento è stato interessante perché i ragazzi non avevano una memoria precisa di un fatto avvenuto quando frequentavano le elementari, quindi il ripercorrere con una maggiore consapevolezza fatti ritenuti estranei ha fatto emergere un certo livello di “consapevolezza”, dimostrato anche dalle risposte date al questionario. Più vicine alla loro esperienza sono stati i casi della crisi greca e di quella della banca d’Etruria, dove a fianco dei temi specifici (cosa è successo) si è avuto modo di interrogare i ragazzi su come i media hanno dato le notizie, quali risultavano più comprensibili e quali più attendibili. Anche da questo punto di vista il livello di “coscienza critica” dei ragazzi è stato sorprendente: quasi tutti hanno preferito un modo “tradizionale” di dare informazioni, stigmatizzato da un servizio di Euronews, piuttosto che i servizi in “presa diretta” fatti da reporter che si limitavano a riportare le reazioni della gente (caso Etruria) senza spiegare cosa fosse successo.

  3. il finanziamento dello stato.

    Il tema è scivolato in due grossi argomenti differenti: la legalità (per le classi A, B e C) e una prima parte sui meccanismi di bilancio statale, che poi è stato completamente sorpassato dall’intervento “a ruota libera” di Barisoni (classi D, E, F).  La “verve” di Barisoni, il modo di trattare piuttosto “informale” e la pronta battuta sono stati coinvolgenti, anche se al termine dell’intervento – essendo ormai suonata la campana della fine delle lezioni – si è fatta fatica a mantenere i ragazzi seduti…

  4. io faccio così. Le classi sono state suddivise  in due gruppi. Il primo gruppo ha ascoltato l’intervento di Giovanna Prennushi, che ha illustrato un progetto seguito dalla Banca Mondiale a sostegno dell’economia rurale dell’India, mentre il secondo gruppo ha visionato alcuni video tratti dal sito italiachecambia.org discutendo delle iniziative (a volte molto particolari, come quella del negozio di Bolzano in cui si prendono oggetti senza pagare) di tipo imprenditoriale svolte in campi marginali dell’economia, ma che hanno una forte ricaduta sociale. Una parte dell’incontro è stata comunque rivolta all’analisi dei dati del questionario, realizzando alcune “cloud word” prese a partire dalle risposte date dai ragazzi.

Sul questionario occorre dire che l’impressione avuta, dal complesso delle risposte, è di una significativa maturità dei ragazzi che hanno compreso alcuni concetti di base del funzionamento dell’economia e che hanno mostrato una buona propensione al pensiero critico. Anche coloro che hanno avuto un atteggiamento un po’ sfidante hanno in realtà mostrato un atteggiamento positivamente critico e non meramente disarticolante dell’interlocutore.

Nel complesso, l’esperienza è stata  positiva.

Il progetto può essere riproposto, mantenendo fermo l’appuntamento con i giochi delle banche, che sono sicuramente un modo facile per approcciare alla materia, e modellando i restanti incontri sulla base delle esigenze indicate dai professori.

Per informazioni su Banca Etica: Link Banca Etica

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